Gli Emirati Arabi Uniti continuano a dimostrare il loro impegno nel promuovere l'innovazione, la ricerca e la regolamentazione delle energie rinnovabili ed ambientali a livello globale, nonché l’impiego futuro di fonti alternative (cfr. energia solare). Lo sviluppo dell’industria delle tecnologie pulite (“cleantech”) e delle energie rinnovabili è assicurato, oltre che da un periodo di crescita sostenuta, anche dall’interesse sia del settore pubblico che di quello privato.

A cura dell'Avv. Salvatore Russo

Necessita rammentare come nel 2016 lo Sceicco Mohammed Bin Rashid Al Maktoum, Vice Presidente e Primo Ministro degli Emirati Arabi Uniti e governatore di Dubai, abbia lanciato il progetto “Dubai Clean Energy Strategy 2050”, che mira a rendere Dubai un centro globale di energia pulita e un punto di riferimento mondiale per la “green economy”.
La lodevole strategia è volta a formare il settore energetico a Dubai nei prossimi tre decenni e mira a fornire il 75% dell'energia degli Emirati attraverso fonti di energia pulita entro il 2050. Ciò riflette l’impegno emiratino che è volto a sostenere la crescita economica senza danneggiare l'ambiente e le risorse naturali. L’obiettivo di Dubai è quello di diventare la città con la più piccola impronta di carbonio nel mondo, entro il 2050.
“Dubai Clean Energy Strategy 2050”, nello specifico, mira a fornire il 7% di energia da fonti di energia pulita entro il 2020, per arrivare al 25% entro il 2030 e 75% entro il 2050.
Il 2050 segna per l’Emirato anche un’altra data importante: quella entro la quale per tutti gli edifici sarà l’obbligatorio possedere una copertura fotovoltaica.

Per tutti i citati investimenti è stata, altresì, prevista la costruzione di una nuova zona franca ad hoc, chiamata “Dubai Green Zone”, con il precipuo obiettivo di attrarre i centri di ricerca e sviluppo e le aziende emergenti nel campo dell’energia pulita. A tal fine è stato creato un fondo verde da oltre 27 miliardi di dollari.

In un tale contesto, le prospettive per le imprese italiane del settore, che intendano approcciarsi al mercato emiratino o implementare rapporti commerciali già esistenti nel territorio, risultano pressoché elevate.

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